3 INSORGENZA DEL CANCRO
La modalità con cui si sviluppa una cellula cancerosa a partire da una cellula sana è un processo formato da più fasi, durante il quale, all'interno della cellula stessa, si verifica una serie di errori genetici irreversibili. Le prime fasi (chiamate, nel loro complesso, esordio) sono decisive per l'avvio di tale processo; i mutamenti successivi portano alla diffusione e all'aumento della velocità di crescita cellulare e vengono alimentati da una serie di fattori esterni, noti come promuoventi.
Gli errori che si verificano nella cellula possono essere causati da malattie congenite o genetiche oppure possono verificarsi perché l'individuo si è esposto ad agenti cancerogeni chimici (ad esempio, il fumo di sigaretta) o biologici (ad esempio, l'infezione da parte di alcuni ceppi virali, come gli adenovirus).
All'interno della cellula si trovano i cromosomi, costituiti da acido desossiribonucleico (DNA). I cromosomi sono formati da geni, ognuno dei quali è in grado di istruire la cellula per la sintesi di una particolare proteina. Gli esseri umani hanno 23 coppie di cromosomi e oltre 50.000 geni.
Ogni volta che una cellula si divide, mediante il processo che prende il nome di mitosi, il DNA si duplica e viene ripartito nelle due cellule figlie. Se nel corso della duplicazione dell'acido nucleico si verifica un errore, le due cellule figlie ereditano rispettivamente un errore, cioè un gene mutato. Se la mutazione avviene in un gene coinvolto nella regolazione della crescita cellulare, la cellula può acquisire potenzialmente caratteristiche di cellula cancerosa. I geni che, se subiscono lesioni, possono indurre la trasformazione di una cellula normale in una cellula cancerosa, vengono detti oncogeni. Vi sono anche geni oncosoppressori, il cui effetto neutralizza lazione nociva degli oncogeni.
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