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Calamità naturali Tutti gli eventi che possono arrecare danni agli uomini e all'ambiente e che sono causati da fenomeni naturali, prevalentemente di origine geologica, meteorologica o climatica. Solitamente, non vengono considerate calamità naturali le conseguenze derivanti dalle epidemie di malattie infettive.

Inondazioni nei Paesi Bassi BBC Worldwide Americas, Inc.
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2 CALAMITÀ NATURALI E RISCHIO

Strettamente legato al concetto di calamità naturali è quello di rischio, vale a dire di probabilità che si verifichi un certo evento capace di produrre effetti indesiderati. L'opinione pubblica è spesso più sensibile al rischio di eventi di tipo catastrofico, cioè a quegli eventi che si manifestano improvvisamente provocando gravissimi danni nell'immediato, piuttosto che a eventi di tipo cronico, che provocano danni complessivamente altrettanto gravi ma distribuiti in un lungo lasso di tempo. Un esempio di rischio cronico è la presenza di forti dosi di radioattività o di metalli tossici nell'ambiente. Per poter studiare e prevedere questi eventi è indispensabile utilizzare le conoscenze acquisite dalle varie discipline che studiano l'ambiente e i fenomeni naturali; la gravità di una catastrofe naturale viene valutata in base alle dimensioni dell'area colpita, all'intensità dell'impatto prodotto, alla durata degli effetti di tale impatto, alla frequenza con cui l'evento catastrofico ricorre e al grado di prevedibilità di quell'evento. Il tipo di impatto prodotto da alcune attività dell'uomo è paragonabile a quello prodotto dalle più gravi calamità naturali (gli effetti dell'incidente della centrale nucleare di Cernobyl sono un esempio particolarmente drammatico). In alcuni casi le catastrofi naturali sono causate, direttamente o indirettamente, dalle attività umane e da determinati interventi dell'uomo sul territorio (gli effetti devastanti di certe alluvioni sono in parte dovuti, ad esempio, agli interventi di deforestazione).

3 TIPI DI CALAMITÀ NATURALI

Valanga nelle Alpi austriache Uno dei pericoli più frequenti in montagna, durante l'inverno, sono le valanghe e le slavine, che staccandosi improvvisamente dai versanti delle montagne, travolgono tutto ciò che incontrano, causando ogni anno parecchie vittime. Uno dei maggiori fattori di pericolo dovuti all'intervento scriteriato dell'uomo sull'ambiente è costituito dal diboscamento; in caso di valanghe importanti, infatti, gli alberi sono una delle più efficaci protezioni per le abitazioni e i piccoli centri abitati di montagna.ORF Enterprise Ges.m.b.H
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Le calamità naturali ricorrono con maggiore frequenza nei paesi caratterizzati da climi tropicali, dalla presenza di fattori di rischio sismico e vulcanico, e dalla carenza di infrastrutture protettive per l'ambiente e gli insediamenti umani.

3.1 Terremoti ed eruzioni vulcaniche

Eruzione dell'Etna Tra il dicembre 1991 e il marzo 1993 si produsse una delle più intense e prolungate attività eruttive dell'Etna di questi ultimi decenni. Il fenomeno, terribile e spettacolare al tempo stesso, ha potuto essere studiato e analizzato nel dettaglio dagli esperti di vulcanologia.RAI Trade S.p.A.
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Tra gli eventi naturali potenzialmente più catastrofici vi sono i terremoti e le eruzioni vulcaniche; questi due tipi di attività si manifestano principalmente lungo i margini delle porzioni dette placche, o zolle, in cui è suddivisa la crosta terrestre (vedi Tettonica a zolle). Particolarmente colpite sono le aree che circondano l'oceano Pacifico, ovvero la cosiddetta "cintura di fuoco" del Pacifico. Le eruzioni vulcaniche possono avere un notevole impatto ambientale sia a livello locale, sia su scala planetaria. Nel 1883 l'eruzione del Krakatoa, un vulcano indonesiano, proiettò nella stratosfera una colonna di fumo di 80 km ed emise 20 km3 di ceneri e lapilli che oscurarono la luce solare fino a 150 km di distanza dal vulcano. I vulcani inattivi possono risvegliarsi a intervalli molto irregolari; nel 20% dei casi si risvegliano meno di una volta ogni 100 anni e in alcuni casi (2%) perfino una sola volta ogni 10.000 anni. I danni ambientali causati dalle eruzioni vulcaniche sono provocati non solo dalle colate laviche, ma anche dai depositi di ceneri e lapilli (depositi piroclastici) e dal rilascio nell'atmosfera di gas tossici. Quando i terremoti o le eruzioni vulcaniche si verificano presso le coste o in mare aperto possono dare origine a maremoti (o tsunami), ovvero a spostamenti di enormi masse di acqua che, avvicinandosi alla costa, formano onde altissime in grado di spazzare via insediamenti ed ecosistemi nelle aree litoranee su cui vanno a riversarsi. L'Italia è ricca di zone ad alto rischio sismico; l'ultimo grande terremoto che colpì le regioni centrali della penisola, nel settembre del 1997, provocò enormi danni a cose e persone. Per quanto riguarda l'attività vulcanica nel paese, il Vesuvio in Campania e l'Etna in Sicilia, tuttora attivi, rappresentano una costante minaccia per gli insediamenti che sorgono nel circondario.

3.2 Calamità naturali di origine meteorologica

Alluvione del Polesine Nel 1951, il fiume Po ruppe gli argini allagando quasi tutta la zona del Polesine, nel Veneto. Paesi, strade, campi e città vennero invasi dalle acque, come vediamo in una foto dell'epoca, e più di 150.000 persone dovettero abbandonare le loro abitazioni e le loro terre.Archivio/Publifoto/Fotocronache Olympia

Tra i più comuni eventi meteorologici che possono essere causa di eventuali calamità naturali si annoverano temporali, nevicate, grandinate, gelate e prolungati periodi di siccità, nonché alcuni gravi incendi e il moto ondoso dei mari.

Gli uragani che colpiscono le regioni tropicali sono tra gli eventi naturali più devastanti; oltre a travolgere tutto con la forza dei loro venti, che possono raggiungere i 300 km/h, spesso provocano gravi inondazioni. Nel 1970 circa 500.000 persone rimasero vittime della furia di un uragano che colpì il Bangladesh, mentre intorno alla metà del XIX secolo la tracimazione del fiume cinese Chang Jiang, provocata da un tifone, costò la vita a centinaia di migliaia di persone.

Inondazione in Bangladesh Tra i fattori che provocano le regolari inondazioni naturali delle aree costiere del Bangladesh vi sono il temporaneo innalzamento del livello del mare e i forti venti stagionali dei monsoni; l'innalzamento delle acque del fiume Brahmaputra nella regione del delta, dovuto alla deforestazione delle zone montuose da cui proviene; la presenza di pianure costiere depresse e densamente popolate.Pablo Bartholomew/Liaison Agency

I tornado sono violente trombe d'aria che devastano ampie aree continentali, soprattutto negli Stati Uniti, in India e in Australia, e sono in grado di sollevare oggetti di dimensioni considerevoli e di spostarli anche a grandi distanze.

Alluvioni e siccità si alternano spesso nelle regioni tropicali in cui, a stagioni caratterizzate da forti piogge, fanno seguito stagioni estremamente secche. In passato causa della scomparsa di grandi civiltà, la siccità rappresenta attualmente una seria minaccia per le popolazioni di molte regioni africane, soprattutto di quelle ai margini del Sahara, dove l'avanzata del deserto è spesso favorita dallo sfruttamento indiscriminato delle aree agricole e dei pascoli e dalla deforestazione incontrollata.

Tra le alluvioni più devastanti degli ultimi tempi si cita quella abbattutasi in Cina nell'estate del 1998 che, causando lo straripamento del fiume Chang Jiang, provocò migliaia di morti e danni materiali ingentissimi. In quell'occasione, l'effetto delle piogge torrenziali era stato aggravato dalle opere di disboscamento effettuate poco tempo prima lungo il corso del fiume. In Italia si ricorda l'alluvione di Firenze del 1966, in cui l'Arno straripò provocando gravissimi danni, oltre che a cose e persone, allo straordinario patrimonio artistico della città.

3.3 Calamità croniche

Spesso le calamità croniche non vengono riconosciute, in quanto non producono danni immediatamente visibili e non sono sempre facilmente individuabili; il loro impatto, tuttavia, può interessare vasti strati della popolazione. In molti casi la loro capacità potenziale di causare danni è paragonabile a quella di fenomeni quali l'inquinamento atmosferico o idrico. Solo di recente, ad esempio, si è scoperto che il radon, un gas radioattivo sprigionato da certi substrati rocciosi che si insinua nelle abitazioni passando attraverso le fondamenta, può essere una delle cause del cancro al polmone. In India e in Cina il fluoro contenuto nell'acqua potabile e in alcuni cibi contaminati da sostanze inquinanti prodotte dalla combustione del carbone è responsabile di gravi malformazioni ossee (fluorosi) in alcuni strati della popolazione. Anche la carenza di certi elementi nell'ambiente può avere la valenza di una calamità cronica: il consumo di prodotti agricoli coltivati su suoli poveri di selenio, ad esempio, può provocare nell'uomo disturbi di vario genere, soprattutto cardiaci. Colture e bestiame risentono spesso della mancanza o dell'eccessivo apporto di elementi quali rame e zinco.

4 PREVENZIONE

Molte calamità naturali sono inevitabili, come ad esempio i terremoti. Il loro impatto potrebbe tuttavia essere ridotto adottando misure preventive; ad esempio, costruendo i nuovi edifici secondo criteri antisismici. Anche l'impatto delle inondazioni potrebbe essere ridotto adottando soluzioni tecniche adeguate, ovvero realizzando bacini artificiali, rafforzando gli argini e approntando un efficiente servizio di monitoraggio e di informazione in grado di allertare le popolazioni e di attivare, in caso di necessità, adeguati piani di evacuazione. Vedi anche Inondazione.

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