Negli ultimi anni la ricerca genetica ha compiuto importanti scoperte nel campo della clonazione. In particolare, i ricercatori dei laboratori dell'Istituto Roslin di Edimburgo, in Scozia, sarebbero riusciti a clonare un mammifero a partire da una cellula adulta. La storia del concepimento e della nascita della pecora Dolly è ripercorsa in questo articolo dellAnnuario Encarta del marzo 1998.
In natura gli organismi superiori si riproducono grazie alla fusione di una cellula di provenienza maschile, lo spermatozoo, con una di provenienza femminile, l'ovocita. A seguito di questo evento si origina una cellula, lo zigote, definita totipotente, da cui hanno origine tutti i tipi cellulari che formano i tessuti e gli organi di un individuo adulto. Nelle fasi embrionali e fetali il ruolo delle cellule è sottoposto a processi di differenziazione e specializzazione finora considerati irreversibili. Ciò significa che quando questi processi sono completati, la capacità di ciascuna cellula di regredire allo stadio totipotente è praticamente nulla.
Nel febbraio del 1997 i ricercatori dell'Istituto Roslin hanno però annunciato sulla rivista scientifica "Nature" la nascita di una pecora, chiamata Dolly, ottenuta mediante clonazione a partire da una cellula completamente differenziata. La clonazione consiste nella sostituzione del nucleo di un ovocita non fecondato con quello di una cellula somatica e nell'impianto dell'embrione così ottenuto nell'utero di un altro individuo, che partorirà una copia fisicamente più o meno fedele all'organismo da cui proveniva la cellula somatica. Nel caso di Dolly, il nucleo della cellula somatica sostituita a quello dell'ovocita non fecondato proveniva da una cellula della ghiandola mammaria di un altro ovino. La nascita di Dolly dimostrerebbe che anche una cellula ormai differenziata come quella della ghiandola mammaria può, in condizioni opportune, ripercorrere tutte le tappe dello sviluppo embrionale e fetale. L'esperimento dei ricercatori scozzesi ha suscitato perplessità in parte del mondo scientifico: diversi studiosi hanno infatti avanzato dubbi sul fatto che si sia trattato di una vera clonazione, cioè che il nucleo della cellula somatica sostituito a quello dell'ovocita non fecondato fosse di una cellula completamente differenziata.
In seguito, gli esperimenti si sono moltiplicati e altri casi di clonazione sono stati annunciati, quasi tutti a partire da cellule fetali. L'obiettivo degli esperimenti di clonazione partendo da cellule ormai specializzate è lo studio dei fenomeni di differenziazione e in particolare della loro eventuale reversibilità. La possibilità di clonare partendo da individui adulti può consentire inoltre la produzione in serie di animali transgenici, dotati cioè di un patrimonio genetico modificato a seguito dell'introduzione di tratti provenienti da altri organismi.
Nel 1998 l'Istituto Roslin ha reso nota la nascita di una pecora, chiamata Polly, clonata a partire da cellule fetali ovine. Polly possiede nel proprio genoma un gene umano che contiene l'informazione genetica per la produzione del fattore di coagulazione IX, necessario a curare l'emofilia di tipo B. I ricercatori intendono verificare se nel latte di questa pecora sarà presente il fattore di coagulazione IX , poiché uno degli obiettivi primari di questo tipo di esperimenti è la produzione su scala industriale di sostanze utili nel settore farmaceutico e in quello alimentare.
Prima di Polly, la manipolazione genetica aveva permesso la produzione di piante transgeniche con caratteristiche di resistenza a diversi insetti. Si tratta di vegetali nel cui genoma è stato inserito il gene che codifica la tossina prodotta dal batterio Bacillus thuringiensis. Uno degli scopi è far produrre alla pianta stessa le difese che di solito le vengono fornite mediante il trattamento con pesticidi, ottenendo così l'eliminazione dei costi e dei danni ambientali legati a questa voce e una difesa più efficace contro l'azione nociva degli insetti.